
Esistono contraddizioni nella Bibbia?
studio elaborato sulla base di scritti di vari autori
INTRODUZIONE
Attraverso la storia il cristianesimo ha sempre sostenuto che le parole della Scrittura sono ispirate e che questa ispirazione include ogni parte della Scrittura.
La Bibbia stessa si dichiara ispirata nella sua totalità. In 2 Timoteo 3:16, ad esempio, leggiamo che “ogni Scrittura è ispirata da Dio”. L’ispirazione include ogni libro della Scrittura, tutti i particolari storici, geografici, genealogie, insegnamenti di Gesù, ecc., ogni sua parte.
Siccome la Bibbia è la Parola di Dio, ne consegue che:
- La Bibbia è senza errori. È impossibile che Dio faccia errori. I manoscritti originali (in lingua ebraica per quanto riguarda l’Antico Testamento, e in greco per il Nuovo Testamento) erano assolutamente privi di errori. Le traduzioni in italiano, per esempio la versione Riveduta, benché soggette alle limitazioni tipiche di qualsiasi altra traduzione, sono così vicine all’originale da considerarsi assolutamente degne della nostra fiducia.
Può capitare che alcuni punti delle traduzioni non esprimano perfettamente il significato della parola greca o ebraica originale, e per questo a volte è necessario riferirsi anche ad altre traduzioni o direttamente alla lingua originale per capire meglio un punto oscuro o discusso. - La Bibbia è senza contraddizioni. Un’accusa comune nei confronti della Bibbia è che essa sia piena di contraddizioni, ma c’è una grande differenza fra contraddizioni reali e contraddizioni apparenti. Le prime non sono mai state provate, mentre le altre, in quanto apparenti, tendono a sparire alla luce di uno studio più approfondito del brano in questione.
Non dobbiamo comunque mai dimenticare che “noi conosciamo in parte” (1 Corinzi 13:9), e che l’uomo non può presumere di poter comprendere o spiegare ogni cosa con la mente umana, oscurata dal peccato.
- La Bibbia è degna di fede. Se fosse di origine umana, sarebbe soggetta agli stessi errori che caratterizzano le cose umane, ma quale Parola di Dio di essa ci si può assolutamente fidare.
Ogni parola dell’uomo deve essere pesata minuziosamente prima che possa meritare la nostra fiducia, ma la Bibbia può essere accettata nella sua totalità. Le sue promesse sono vere, i suoi avvertimenti non sono inutili minacce perché verrà il giorno in cui Dio giudicherà l’uomo sulla base della Sua Parola (Giovanni 12:48).
- La Bibbia è autorevole. Ogni sua affermazione procede dall’autorità di Dio, perciò essa deve essere obbedita. Il punto di vista soggettivo di un uomo non è più autorevole di un altro; la Bibbia, però, è la Parola obiettiva di Dio ed ha perciò l’autorevole diritto di dirci come dobbiamo comportarci.
ESISTONO DELLE REALI CONTRADDIZIONI ?
Le principali obiezioni si possono dividere nelle seguenti categorie:
- Difficoltà basate sull’ignoranza dei fatti storici
Dati storici incompleti che avevano omesso Belsatsar dall’elenco dei re babilonesi sono un esempio di questo tipo di difficoltà. Ulteriori scoperte archeologiche non hanno fatto che confermare l’esattezza della Bibbia.
Il popolo degli Hittei è menzionato 46 volte nella Bibbia, ma per lungo tempo gli storici non avevano riconosciuto la sua esistenza, perché di questo popolo non ce n’era alcuna traccia se non nella Bibbia (vedi Esodo 3:8; 2Re 7:6), finché nel 1906 gli archeologi scoprirono la capitale hittita e le rovine rivelarono che la nazione ittita era una delle tre civiltà più grandi del tempo antico, che si estendeva dal nord e dall’ovest del fiume Eufrate al Mar Nero, in Asia Minore. Molte difficoltà bibliche si risolvono semplicemente con la conoscenza dei veri fatti storici.
- Difficoltà basate sull’ignoranza dei fatti biblici
Un esempio di questo tipo di difficoltà lo vediamo confrontando Numeri 25:9, in cui si legge che morirono 24.000 persone col flagello, e 1Corinzi 10:8 che, riferendosi allo stesso fatto, dice che morirono circa 23.000 persone in uno stesso giorno. Un’attenta lettura delle esatte parole dei due testi mostra chiaramente che non c’è affatto alcun contrasto: il versetto in 1Corinzi 10:8 riporta il numero di quelli che morirono in un solo giorno, mentre l’altro, nei Numeri, calcola il numero totale dei morti. Il flagello, infatti, durò più di un giorno prima che venisse arrestato da Fineas (leggi Salmo 106:30 e Numeri 25:7,8).
- Difficoltà dovute all’accettare pregiudizialmente che Dio non esista
Un opuscolo pubblicato da un’organizzazione atea alcuni anni fa è un buon esempio per dimostrare che certi nemici del di Dio e del cristianesimo si abbassano a tal punto da fare dichiarazioni assolutamente false nel tentativo di sradicare le convinzioni che i credenti hanno sulla Bibbia.
L’opuscolo affermava che la Bibbia pone Methushelah (Matusalemme), che nacque prima del diluvio, tra i viventi dopo il diluvio. Dal momento che questi non era nell’arca durante il diluvio e secondo l’affermazione biblica che nessuno scampò (eccetto Noè e la sua famiglia), la Bibbia evidentemente si sarebbe contraddetta. Probabilmente molti hanno letto l’opuscolo ed hanno accettato questa accusa senza rendersi conto direttamente se essa fosse vera oppure no.
Basta comunque leggere la Bibbia per rendersi invece conto che la Bibbia afferma Matusalemme essere morto nello stesso anno in cui avvenne il diluvio (egli visse 187 anni prima della nascita di Lamec, che visse 182 anni prima della nascita di Noè. Questi aveva 600 anni quando avvenne il diluvio (187+182+600=969). Matusalemme aveva infatti 969 anni quando morì, secondo Genesi 5:25; 27-29; 6:11).
Un ateo di nome David Nelson, sebbene si opponesse al cristianesimo, lesse le opere di altri non-credenti per rafforzare la sua incredulità. A proposito degli scritti di Voltaire, egli scrisse più tardi:
“Queste obiezioni sono state il più delle volte costruite su affermazioni davvero false… Egli (Voltaire) deve essersene reso conto certamente al tempo in cui scriveva… Non c’era un solo articolo che non fosse una specie di scherno e che, del resto, non provava affatto quanto cercasse di affermare. Perché ricorrere a delle bugie come armi se stiamo dalla parte della ragione?”
A proposito del famoso scrittore ateo americano rivoluzionario Thomas Paine, Nelson scrisse:
“Gli scritti di Paine mi hanno allontanato dal suo credo più che mai. Mi aspettavo con certezza di trovare qualcosa di eccellente in un libro che aveva portato decine di migliaia ad allontanarsi dalla fede e milioni ad applaudire. Io l’ho letto e potrei dire di non avervi trovato né dignità, né eccellenza, onestà o verità, ma il loro opposto”.
- Difficoltà risultanti dall’incredulità
La Bibbia dichiara che l’intelletto di coloro che non hanno mai sperimentato personalmente la salvezza tramite Gesù Cristo, è ottenebrata e necessita di illuminazione soprannaturale dello Spirito Santo per poter ricevere e accettare la verità divina (1 Corinzi 2:14-16).
Per esempio, quando uno dice: “Non riesco a credere nella risurrezione corporea di Cristo”, egli dimostra una difficoltà derivata dalla sua incredulità verso Dio.
Spesso questa incredulità è un problema che riguarda piuttosto la volontà che l’intelletto: cioè, è che non si vuole credere piuttosto che non si può credere. Accettare la Bibbia significa mettersi faccia a faccia con Dio e questa è una responsabilità che molti non vogliono prendere perché dovrebbero così riconoscere che Dio ha parlato direttamente alla condizione peccaminosa dell’uomo e alle relative conseguenze senza comunque comprendere, poi, che Dio è al di sopra dell’Universo intero e per cui al di sopra della ragione umana e corrotta dell’uomo.
- Difficoltà relative a traduzioni o trascrizioni imperfette
Non è possibile che una traduzione renda perfettamente il significato delle parole contenute nei testi biblici originari ebraici e greci nelle loro sfumature. Per questo motivo, quelle che non erano difficoltà nei testi originali, appaiono tali nelle traduzioni.
Per esempio, leggiamo in 2 Samuele 24:24 che Davide comprò un’aia per 50 sicli d’argento, mentre invece 1Cronache 21:22-25 dice che pagò 600 sicli d’oro.
In realtà i due racconti si riferiscono a due transazioni diverse e nella lingua originale si usano due parole completamente diverse: una si riferisce all’aia sola, che costò molto poco, solo 50 sicli. L’altra parola, invece, si riferisce a tutto il luogo su cui si trovava l’aia, e costava, naturalmente, molto di più, 600 sicli.
Un altro esempio di traduzione imperfetta si nota nel confrontare due affermazioni che si riferiscono chiaramente allo stesso gruppo di persone che erano con Paolo al momento della sua conversione. Atti 9:7 dice che essi sentirono una voce, ma Atti 22:9 dice che essi non sentirono la voce. Può sembrare una contraddizione, ma non lo è affatto.
Studiando la costruzione grammaticale del testo greco originale, notiamo infatti che la traduzione letterale del verso è “essi non udirono il suono”. Il verbo “udire” associato al caso genitivo significa “udire un suono”, mentre associato al caso accusativo significa “udire con comprensione”, ossia comprendere ciò che si ode. Il genitivo è usato nel verso 9:7, e l’accusativo nel verso 22:9. Dunque gli uomini che viaggiavano con Saulo udirono il suono della voce (9:7), ma non compresero nulla di ciò che Cristo diceva (22:9).
In quanto alle trascrizioni, esse sono state effettuate nel corso dei secoli da numerosi copisti al fine di preservare il contenuto dei testi originali della Scrittura (ad esempio, vi sono più di 24.000 trascrizioni del solo Nuovo Testamento, un numero enorme se confrontato col numero di trascrizioni di altri antichi testi).
Abbiamo detto che i manoscritti originali in lingua ebraica e greca erano ispirati da Dio e assolutamente privi di errori. Le trascrizioni possono invece aver riportato lievi cambiamenti che possiamo catalogare come:
- Dittografia – cioè scrivere due volte ciò che andava scritto una sola volta (ad esempio, scrivere “note” invece di “notte”);
- Fissione – dividere una parola in due parole (ad esempio, “crepapelle” in “crepa” e “pelle”);
- Fusione – combinare l’ultima lettera di una parola con la prima della successiva (ad esempio, la frase “sul tavolo vi erano cera lacca e una lettera” può essere erroneamente trascritta come “sul tavolo vi erano ceralacca e una lettera”);
- Aplografia – l’opposto della dittografia;
- Omofonia – scrivere una parola che ha la stessa pronuncia di un’altra, ma che ha un significato differente (ad esempio, “l’oro” in “loro”);
- Metatesi – uno scambio nell’ordine delle lettere (ad esempio, “torta” in “trota”).
Ad esempio, a causa di un errore di trascrizione, in 2 Samuele si parla di 700 carri, mentre in 1Cronache i carri sono 7000 (in questo caso specifico, lo studioso J. Haley fa notare che durante la trascrizione, “il Nun finale fu confuso per uno Zayin puntato”, pertanto è molto probabile che il numero esatto negli scritti originali fosse 7000).
Il contenuto e il significato degli scritti che abbiamo oggi è comunque essenzialmente identico all’originale; inoltre, si calcola che almeno il 98,5% dei libri della Bibbia siano assolutamente privi di errori di copia, nonostante i molti secoli di trascrizioni manuali.
- Difficoltà derivanti da interpretazioni erronee
Non di rado si accusa la Bibbia di inesattezze solo perché si è frainteso ciò che essa dice. È bene quindi, prima di rivolgerle tale accusa, accertarsi che la propria interpretazione sia esatta.
Per esempio, in riferimento alla fine dei tempi ed alla Sua seconda venuta, Gesù dice: “Così anche voi, quando vedrete tutte queste cose, sappiate che egli è vicino, proprio alle porte. Io vi dico in verità che questa generazione non passerà prima che tutte queste cose siano avvenute” (Matteo 24:33,34).
Alcuni hanno supposto che “questa generazione” si riferisse alle persone che erano davanti a Gesù in quell’occasione, ma questa interpretazione è sbagliata in quanto quella generazione non è vissuta tanto da vedere la seconda venuta del Signore.
Il termine “generazione”, nel greco si può usare in riferimento ad un gruppo etnico. Se viene accettato tale significato, allora Gesù diceva che gli ebrei, come razza, sarebbero esistiti fino alla sua seconda venuta. D’altra parte, se consideriamo che una generazione dura circa 30-100 anni, non era la generazione alla quale Gesù parlava che avrebbe visto il ritorno del Signore Gesù e la fine dei tempi, ma piuttosto la generazione che avrebbe visto l’inizio dei segni che avrebbero preannunziato la fine dei tempi, e in modo particolare i segni specifici della grande tribolazione (Matteo 25:21-35; Luca 21:20-33).
Altri ancora credono che gli elenchi relativi alla genealogia di Gesù Cristo riportati in Matteo 1:1 e in Luca 3:23 si contraddicano, perché diversi tra loro. Luca elenca la genealogia da Adamo fino a Davide, mentre Matteo elenca quella da Abrahamo a Davide. Poi da Davide le genealogie si dividono con i suoi figli: Nathan (famiglia di Maria) e Salomone (famiglia di Giuseppe).
Non vi sono discrepanze, dunque, in quanto una è la genealogia da parte di Maria e l’altra è quella da parte di Giuseppe.
Un’altra apparente contraddizione la troviamo nella narrazione che i quattro vangeli fanno circa l’apparizione degli angeli al sepolcro di Gesù. Matteo riporta che apparve “un angelo del Signore” (28:1-2), Marco parla di “un giovane” (16:5), Luca di “due uomini” (24:4), e Giovanni di “due angeli” (20:1-2).
In realtà non vi è alcuna discrepanza. Infatti, un angelo del Signore rotolò la pietra dall’apertura e vi si sedette sopra (Matteo 28:2). I “due uomini” di cui parla Luca erano due angeli, gli stessi di cui parla Giovanni (in Genesi 18:16 e seguenti abbiamo altri esempi in cui gli angeli vengono chiamati semplicemente “uomini” in quanto appaiono in sembianze umane). Lo stesso vale per il “giovane” descritto da Marco (si legga il verso nel contesto).
Dunque non vi sono contraddizioni: se c’erano due angeli al sepolcro, significa che ce n’era almeno uno. Abbiamo semplicemente quattro testimonianze complementari dello stesso evento; Matteo e Marco hanno descritto solo l’angelo che ha rivolto la parola alle donne che erano accorse al sepolcro; Luca e Giovanni li hanno descritti entrambi.
Di contraddizioni apparenti simili a queste ve ne sono diverse, sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento, e quelli che leggono la Bibbia nella speranza di trovare delle contraddizioni vi inciamperanno a causa della loro incredulità.
“Perché il cuore di questo popolo si è fatto insensibile: sono diventati duri d’orecchi e hanno chiuso gli occhi, per non rischiare di vedere con gli occhi e di udire con gli orecchi, e di comprendere con il cuore e di convertirsi, perché Io li guarisca” (Matteo 13:15).
- Difficoltà derivanti dall’incapacità degli uomini a capire Dio
Alcuni dubitano del giudizio e dell’amore di Dio perché Egli permette certe cose. Perché Dio comandò ad Israele di sterminare i Cananei (Det. 20:12-18) ? Come possiamo conciliare questo fatto con l’affermazione di 1 Giovanni 4:16 che “Dio è amore”?
Dalla Bibbia si evince chiaramente che la società che abitava Canaan meritò la distruzione in quanto corrotta da ogni sorta di pratica malvagia, tra cui l’abominazione del sacrificio umano di bambini (Deut. 9:1-6, 12:29-31, 18:9-14; 1 Re 14:24; 2Cronache 33:1-9, Esdra 9:11). Perciò Dio usò gli Israeliti per amministrare una giustizia specifica, proprio come più tardi usò altre società per amministrare giustizia contro gli Israeliti corrotti (cfr. libro di Geremia).
Perché Dio permette il male e rimanda il giudizio sugli empi? Anche il salmista, nel Salmo 73, si poneva il problema del bene e del male. Perché gli empi prosperano nel mondo, mentre spesso coloro che amano Dio sembrano rimanere senza ricompensa (Salmo 73:12,13)? L’invidia, insieme all’autocommiserazione, lo avevano portato ad una profonda disperazione e ribellione nei confronti di Dio (Salmo 73:16,21,22), ma egli capì quando entrò nel tempio di Dio (Salmo 73:17-21). Là si era reso conto che la fine degli empi sarebbe stata quella di essere giudicati da Dio, mentre la sua vita ed il suo destino, come quelli di tutti coloro che amano Dio, sono nelle Sue mani. Il credente è sicuro della protezione e della cura di Dio (Romani 8:28,29).
2Pietro 3:9 ci aiuta a concludere: “Il Signore non ritarda l’adempimento della sua promessa, come pretendono alcuni; ma è paziente verso di voi, non volendo che qualcuno perisca, ma che tutti giungano al ravvedimento”. Se Dio non fosse paziente, l’umanità non avrebbe scampo.
- Difficoltà derivanti dal non sapere distinguere tra Dio, l’uomo e Satana
Molte persone, quando sentono dire che la Bibbia è Parola di Dio e che la sua origine e la sua autorità sono di natura divina, pensano che questo significhi che ogni parola in essa scritta sia proceduta direttamente dalla bocca di Dio, cioè che sia stato Lui a pronunciare ogni frase scritta.
Non è affatto vero: Dio ha ispirato degli uomini perché riportassero per iscritto non solo ciò che Lui stesso ha effettivamente detto, ma anche ciò che altri hanno detto. La Bibbia riporta cioè affermazioni fatte da uomini retti, da uomini non ispirati, da angeli, da demoni, da Satana stesso. Dio ha guidato gli scrittori ad includere queste affermazioni. È vero che essi le dissero, questo è stato registrato accuratamente, ma non può essere vero ciò che dissero.
Per esempio, in Genesi 3:4 Satana dice: “No, non morrete affatto”. È vero che Satana ha detto queste parole, ma ciò che egli ha detto non corrisponde alla verità: è un’infame bugia che ha rovinato la razza umana. Ciò che Satana ha detto è incluso nella Parola di Dio, cioè è riportato nella Bibbia, ma non è stato Dio a dirlo, ma Satana. Dio ha permesso che ciò che Satana ha detto venisse riportato nella Bibbia.
Molti lettori, negligenti della Bibbia, non badano a chi parla, se Dio, uomini buoni, uomini cattivi, uomini ispirati, non ispirati, angeli o Satana… Essi tolgono una frase dal suo contesto senza considerare a chi appartiene, e dicono: “Ecco, Dio l’ha detto!” In effetti, però, Dio non ha detto nulla del genere.
È una cosa molto comune sentire citare le parole pronunziate dagli amici di Giobbe (Elifaz, Bildad, e Tsofar) come se fossero autentiche parole di Dio solo perché sono riportate nella Bibbia. Esse vengono citate nonostante che Dio abbia rinnegato i loro insegnamenti, dicendo: “…non avete parlato di me secondo verità!” (Giobbe 42:7). Spesso essi hanno distorto la verità ed hanno fatto delle affermazioni inesatte.
Allo stesso modo il libro dell’Ecclesiaste (Qohelet) viene spesso citato per sostenere delle dottrine chiaramente contrarie al resto delle Sacre Scritture, senza considerare il fatto che la maggior parte di questo libro, pur essendo parte della Scrittura, è stato scritto per evidenziare il punto di vista puramente umano. È evidente, quindi, che le Scritture contengono le parole esatte o i pensieri veri dello scrittore, ma che esse devono essere confrontate con le verità che si trovano in altre parti della Bibbia.
CONCLUSIONE
Ci sono molti altri esempi che potrebbero essere citati per ciascuna delle difficoltà considerate, e che spero al più presto di pubblicare, ma questi che abbiamo studiato mostrano che esistono sempre delle spiegazioni coerenti con ciò che ci si aspetterebbe da un libro ispirato da Dio, cioè da un libro senza contraddizioni.
Non c’è assolutamente alcun bisogno di turbarsi quando certe persone incredule e irresponsabili affermano che nessuna persona intelligente potrebbe accettare l’ispirazione della Bibbia. Tali affermazioni potrebbero intimidire un giovane credente finché non abbia imparato che gli “errori biblici” non sono altro che difficoltà sotto l’aspetto di errori. Un istituto francese, a Parigi, pubblicò un elenco di 82 errori biblici che credevano avrebbero distrutto il cristianesimo. Oggi nemmeno uno di questi “errori” rimane… È imperativo dunque distinguere fra apparenti contraddizioni ed “errori”. Molti che con le loro carnali interpretazioni ne fanno una dottrina mondana e la applicano alla loro vita, credono che Dio li approvi, ma non è affatto cosi perchè un giorno il Signore li riprenderà e dirà “Hai fatto queste cose, Io ho taciuto, e tu hai pensato che io fossi come te; ma io ti riprenderò, e ti metterò tutto davanti agli occhi.” (Salmo 50:21) Stiamo attenti a essere increduli dinanzi alla Parola di Dio e fare spazio alle nostre carnalità.
Gesù disse: “Poiché in verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, neppure un iota o un apice della legge passerà senza che tutto sia adempiuto” (Matteo 5:18).
Dio ci benedica!